DI COSA SI TRATTA: un tenente di polizia indaga sulla morte di una giovane donna, Laura, corteggiata da diversi uomini.
COSA MI E' PIACIUTO:
il titolo originale, Laura, afferma prepotentemente la centralità del personaggio femminile, una bellissima e talentuosa ragazza interpretata da Gene Tierney, che divenne famosa grazie a questo film unitamente a Il cielo può attendere di Lubitsch (1943), mettendo in mostra anche le sue indiscutibili doti artistiche, certamente illuminate dalla leggendaria bellezza. E' un noir caratterizzato da pochi e ben piazzati colpi di scena, di eccellente fattura sotto ogni aspetto. Tutti gli attori sono impeccabili, e il testo è molto raffinato. Preminger riesce a rendere quasi tangibile l'irresistibilità della figura di Laura, mostrando il modo diverso in cui i vari personaggi, maschili ma anche femminili (ostili e amici) cercano di conquistarla (o di punirla). In questo senso è quasi un saggio sull'attrazione amorosa, come senbra suggerire il sottofondo radiofonico alla tesissima scena finale, dove l'attrazione e l'odio coesistono. La divisione in due parti, segnata da un evento che capovolge la situazione, può avere influenzato l'Hitchcock di Vertigo. La preziosa fotografia è premiata dalla buona qualità video dell'edizione.
COSA NON MI HA CONVINTO: il titolo italiano è una sciocchezza. Che motivo c'era di cambiare l'originale? Non mi risulta che all'epoca vi fossero altri film conosciuti con quel titolo. Il finale è davvero ricco di tensione, ma accanto al bellissimo particolare dell'orologio in frantumi, c'è quel fucile alzato verso il soffitto come un fuscello che toglie un bel po' di realismo.
CURIOSITA': il film fu iniziato da Mamoulian, che girò soltanto un paio di scene, poi tagliate.
Ho visto Vertigine in inglese con
sottotitoli in inglese.
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