COSA MI E' PIACIUTO:
sarà già stato detto milioni di volte, ma mi unisco volentieri
alla moltitudine: è ben noto quanto sia più difficile
far ridere che commuovere, ma far ridere con un film tragico è
un'impresa non comune, e Benigni con La vita è bella l'ha
realizzata. Fra le due parti del film, nettamente distinte, la più
riuscita è la seconda. Nella prima si dovrebbe soltanto ridere,
e nella seconda soltanto piangere, invece la prima metà serve
a Benigni per giustificare la seconda: avendo spiegato a tutti di che
personaggio stiamo parlando, ognuno riterrà accettabile e anzi
a maggior ragione emozionante ciò a cui assisterà dopo.
Nella prima parte la sequenza comica più fulgente è quella
del discorso sulla razza tenuto in una scuola elementare nelle vesti
di un ispettore ministeriale. E' strettamente collegata alla scena in
cui, nella camerata del lager, fa da interprete a modo suo per i nuovi
arrivati. Nel complesso l'interpretazione dell'attore Benigni è
colossale: sa passare da un registro all'altro con facilità estrema,
e non in virtù della forza dell'incoscienza e dell'istinto, ma
principalmente grazie alla sua intelligenza e alla sua profonda cultura.
Ottima la scelta di girare ad Arezzo, che è una città
bellissima ma non universalmente nota quanto altre città toscane
come Firenze o Siena, per esempio. Bella fotografia, e belle musiche
(premiate con l'Oscar, come il film e come Benigni attore) composte
da Nicola Piovani, il cui linguaggio come sempre è semplice,
essenziale, riconoscibile, e aggiunge qualcosa alla narrazione.
COSA NON MI HA CONVINTO: il Benigni regista non ha ancora la maturità
né del Benigni attore, né del Benigni autore. Soprattutto
credo che dovrebbe essere più esigente nei confronti degli altri
attori. A volte ho la sensazione che sia talmente abbagliato dall'amore
per sua moglie Nicoletta Braschi da non osare suggerirle nulla. Nella
scena in cui dice al ragazzino di nascondersi fino all'indomani, si
vede chiaramente che gli suggerisce tutte le battute. La già
elogiata musica di Piovani nella prima mezz'ora è in qualche
occasione un po' troppo presente.
NOTE ULTERIORI: (11/11/2004) ieri sera ho visto su LA7 una bella intervista
a Paolo Conte nell'ambito della trasmissione "25ma ora", e
ho potuto scoprire a chi pensava Benigni quando ha ideato il personaggio
dell'ufficiale tedesco con la passione per gli indovinelli. Pensava,
appunto, a Paolo Conte, suo amico e compagno di enigmistica: Conte e
Benigni sono soliti telefonarsi per proporsi reciprocamente nuovi enigmi,
e qualche volta capita, proprio come nel film, che uno dei due si faccia
vivo con la soluzione di un gioco propostogli dall'altro mesi prima.
Ho visto La vita è bella in italiano
senza sottotitoli.
Questo film su Amazon.it
Roberto Benigni su Amazon.it