DI COSA SI TRATTA: due giovani donne, una di Treviso e una di Taranto, s'incontrano a causa della comune conoscenza di un'anziana signora di origini bulgare.
COSA MI E' PIACIUTO: è un saggio di psicologia femminile attraverso le varie età: dalla bimba divorata da mille curiosità, alle due giovani signore (Maglietta e Golino), irrequiete e deluse dalla vita ma ciononostante, in fondo, ottimiste, fino all'anziana bulgara, burbera ma di buon cuore. L'esplorazione della normalità è svolta però mantenendo le distanze sia dalla piattezza di un eccessivo realismo sia da qualsiasi spettacolarizzazione. L'occhio di Soldini è quello del poeta, non dell'antropologo, e il poeta può essere grande anche nelle piccole cose. Licia Maglietta e Valeria Golino sono entrambe bravissime, e si vede bene la loro diversa estrazione: il teatro per la prima, il cinema per la seconda, la qual cosa tuttavia fa buon gioco per la differenziazione dei due personaggi. La Golino esordisce perfino sbagliando la battuta di entrata, e i casi sono due: o l'errore era voluto dal copione, e allora complimenti a chi l'ha scritto, oppure era proprio un lapsus dell'attrice, e allora complimenti a lei per come l'ha reso funzionale rispetto alla situazione (lo stupore per l'incontro con la sconosciuta). Il confronto fra culture diverse è un tema ricorrente nel cinema di Soldini, e ciò lo rende un cinema utile, oltre che piacevole. Eccellenti la fotografia di Bigazzi e le musiche di Venosta.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto Le acrobate in italiano.
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