COSA MI E' PIACIUTO:
è un film che mi piacerebbe molto se tenessi l'audio azzerato:
le immagini sono belle, soprattutto per la varietà nella composizione
delle inquadrature, e l'alternarsi delle scene luminose e di quelle
oscure. Anche la penombra è fotografata come si deve, in modo
creativo. Bella, anche con l'audio, anzi irrinunciabilmente con l'audio,
la scena del disco di Mozart amplificato in tutto il carcere (però
è tirata troppo in lungo). Graziosa anche l'idea dell'uccellino
nascosto nel taschino del bibliotecario. Morgan Freeman espressivo nella
sobrietà.
COSA NON MI HA CONVINTO: sceneggiatura piatta come un tavolo da biliardo.
Il film è tratto da un libro di Stephen King, e il soggetto meritava
un trattamento meno didascalico e meno monotono; il personaggio principale
aveva ben altre potenzialità. Qui si va sul binario degli stereotipi
del dramma carcerario, e le sorprese sono minime. Tutto ciò che
increspa lievemente la superficie regolare è già stato
visto in altri film. Non parliamo neppure di profondità: sembra
un telefilm allungato. Il film è stabilmente al secondo posto
nella classifica dei Top 250 di Internet Movie Database. E' bene che
si sappia che quella classifica è manipolata in funzione commerciale:
la formula che la regola è segreta, ma di sicuro vi ha un peso
enorme la categoria dei votanti detta "Top 1000", che però
o non è controllata a dovere, o è controllata fin troppo.
Niente di illegale in tutto questo, come anche nel non degnare di una
risposta le mie segnalazioni delle numerose ed evidenti irregolarità.
Tim Robbins sobrio ma non per questo espressivo. Finale telefonato anche
più di tutto il resto.
Ho visto Le ali della libertà in
inglese con i sottotitoli in italiano.
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