DI COSA SI TRATTA: la difesa dell'isola di Iwo Jima da parte dei giapponesi nella seconda guerra mondiale.
COSA MI E' PIACIUTO: è il caso più unico che raro di due film girati uno dopo l'altro sullo stesso argomento ma visto da prospettive opposte. Anche se la produzione e il regista sono americani, la sceneggiatura è affidata a una giapponese, anche se cittadina americana (e la sceneggiatura è in lingua inglese, ma il film è girato in giapponese). Ripreso, così come il gemello Flags of Our Fathers, con colori tanto desaturati da bordeggiare il bianco e nero (con una dominante ciano, la si direbbe una cianografia), Lettere da Iwo Jima, pur non trascurando l'azione, si concentra sull'esplorazione dei sentimenti collettivi e individuali, adottando fin dai primi passi un soldato che incarna lo spirito antibellicista che è proprio di Eastwood, così come lo adotta il generale Kuribayashi, facendo di tutto per risparmiare la sua vita. E sono le lettere del generale, che aveva studiato in America e quindi conosceva anche quella cultura, a costituire le fondamenta della sceneggiatura. La scrittura e la fattura sono ammirevoli, e come sempre il vecchio Clint ci riserva un finale che non si possa dimenticare.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto Letters form Iwo Jima in giapponese con
i sottotitoli in italiano.
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