LE VITE DEGLI ALTRI

TITOLO ORIGINALE Das Leben der Anderen
ANNO 2006
PAESE Germania
REGIA Florian Henckel von Donnersmarck
GENERE Drammatico
ATTORI PRINCIPALI Ulrich Mühe, Sebastian Koch, Martina Gedek, Ulrich Tukur, Thomas Thieme, Hans-Uwe Bauer, Volkmar Kleinert
DURATA - FOTOGRAFIA 132' - colore
PRODUTTORE DVD 01
Le vite degli altri (Das Leben der Anderen) - Henckel von Donnersmarck: Ulrich Mühe

 

 

Le vite degli altri (Das Leben der Anderen) - Henckel von Donnersmarck
Le vite degli altri (Das Leben der Anderen) - Henckel von Donnersmarck: Ulrich Mühe
Le vite degli altri (Das Leben der Anderen) - Henckel von Donnersmarck
Le vite degli altri (Das Leben der Anderen) - Henckel von Donnersmarck

 


Punteggio assegnato al film: ****½
Punteggio complessivo assegnato al dvd (edizione e film): ****½

Recensione del 3/1/2008

 

 

Qualità video: eccellente
Qualità audio: eccellente
Lingue: Italiano e Tedesco 5.1 Dolby Digital
Sottotitoli: italiano per non udenti
Formato video: 2.35:1  16/9 anamorfico
Extra significativi: interviste al regista, al produttore e agli attori; scene tagliate con un commento del regista; commento audio al film del regista; premiazioni.

 



COSA MI E' PIACIUTO: Le vite degli altri ha superato con tutti gli onori la dura prova di una visione dopo che un numero impressionante di persone amiche me ne aveva parlato con entusiasmo. Non ricordo precedenti simili in tal senso. Mi aspettavo dunque molto, ho avuto molto. In termini musicali, il film viene condotto in un mezzoforte pressoché costante fino all'ultimo quarto d'ora, quando cioè l'ultima perquisizione della casa dello scrittore fa precipitare gli eventi verso l'epilogo. Parte allora un crescendo emotivo fino al fortissimo, passando attraverso la minaccia di un non-finale, e posandosi sull'ultima frase del protagonista: "Questo è per me". L'effetto emozionale è pari a quello dell'accordo di Tristano che finalmente si risolve. Il mezzoforte è mantenuto, visivamente, grazie a una scenografia deprimente dal punto di vista cromatico, fatta di grigi, marrone, verde marcio. Un'infinita caserma, insomma, come i condomìni della periferia di Varsavia nel Dekalog di Kieslowski (in particolare la scena sull'ascensore, con il bambino e il capitano della Stasi, li ricorda molto). Lo spunto tematico dello spione che si appassiona alle sorti degli spiati non è nuovo: lo troviamo già in un meraviglioso film di Coppola, La conversazione. Ma la novità qui è che si parla in termini rigorosamente storici della dittatura che ha oppresso la DDR per 40 anni, fino alla caduta del muro di Berlino. E' il primo film importante che se ne occupa, a 15 anni da quegli eventi (il film è stato girato nel 2004). Il momento fatidico è delineato in due brevi ma intensissimi passaggi: lo preannuncia una prima pagina di giornale con la foto di Gorbaciov, un uomo che ha cambiato la storia, anche se ad altri toccheranno gli onori; lo annuncia una vittima della Stasi - un giovane ufficiale che si era permesso, tempo prima, di raccontare una barzelletta su Honecker - ascoltando la notizia alla radio mentre lui e altri, fra cui il protagonista della storia, stanno aprendo col vapore la corrispondenza di tutti i tedeschi dell'est. Una sceneggiatura che non fa una piega (Henckel von Donnersmarck se ne è occupato per quattro anni), attori bravissimi (Ulrich Mühe purtroppo è scomparso recentemente), belle musiche, fotografia discreta ma incisiva. Un grande film, opera prima di un giovane autore da cui è lecito attendersi molto per il futuro.


COSA NON MI HA CONVINTO: -

Ho visto Le vite degli altri in tedesco con sottotitoli in italiano.


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