DI COSA SI TRATTA: un noto pittore (von Sydow) vive su un'isola con la moglie (Ullmann). E' assalito da allucinazioni e incubi terribili. La moglie, che ne legge il diario, viene contagiata dalle ossessioni.
COSA MI E' PIACIUTO:
un'affascinante collezione di incubi, disposti lungo il racconto postumo della moglie senza riferimento al piano narrativo, in modo che non si sa quando arrivano, proprio come accade a ciascuno di noi quando si è coricato dopo aver mangiato pesante. Le singole idee sono degne del miglior Bergman onirico, e l'assistenza di Sven Nyqvist, mago della fotografia, le vivifica come meglio non si potrebbe. La fantasia figurativa può essere considerata come una trasposizione visiva dei pensieri torbidi e febbrili del pittore, di cui non si vedono mai i quadri. Attori formidabili, commento musicale molto sporadico ma appropriato e funzionale.
COSA NON MI HA CONVINTO: se, come ho detto, le singole idee colpiscono, risulta difficile afferrare la visione d'insieme. E ogni tanto fa capolino la sensazione di déja-vu, che pur riferita ad opere dello stesso Bergman (ma anche con fugaci invasioni dei territori felliniani), minaccia di rompere l'incantesimo. I veri incubi ti fanno pensare "come posso uscirne?", non "tanto è solo un sogno". Questo è solo un sogno, e non lascia tracce.
CURIOSITA': la somiglianza di Max von Sydow con Nils Liedholm, nel secondo fotogramma da sinistra, è impressionante.
Ho visto L'ora del lupo in svedese con i sottotitoli in inglese.
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