COSA MI E' PIACIUTO:
l'originalità del soggetto, e la fantasia volante con cui sono
sviluppati temi così seri, che avrebbero indotto molti altri
ad "autoingessarsi". Nei titoli di coda si dice che alcuni
dei quadri di Ernesto Picciafuoco sono opera di Marco Bellocchio. Non
stupisce dunque che il talento pittorico si riversi sullo stile cinematografico,
che contempla, fra i vari procedimenti, alcune sfasature spaziali e
temporali di montaggio finemente calcolate, soprattutto nella prima
parte, che a me ricordano il convergere di differenti prospettive simultanee
tipiche di molta arte figurativa del 900. La purezza e la totale sincerità
del personaggio di Ernesto Picciafuoco trovano un interprete magnifico
in Sergio Castellitto. Da ricordare però anche la breve apparizione
di Piera Degli Esposti: non so se la frattura fra l'espressione e il
contenuto dei suoi discorsi siano un'idea sua o di Bellocchio, o il
frutto di un suggerimento di quest'ultimo elaborato poi dall'attrice,
ma in ogni caso si tratta di un pezzo da antologia. Molto brava anche
la giovane Chiara Conti. Altro personaggio notevole è il tragicamente
comico Conte Bulla, interpretato da Toni Bertorelli. La bella colonna
sonora ha valenza strutturale, ed è cucita da Riccardo Giagni
con l'apporto di musiche di vari autori non particolarmente noti. Se
poi volete leggere la recensione di un vero critico su questo film,
vi rimando volentieri alla bellissima scheda di Morando Morandini contenuta
nel suo Dizionario.
COSA NON MI HA CONVINTO: Jacqueline Lustig, l'attrice che interpreta
la moglie di Ernesto, Irene, è bella e armata di ottime intenzioni,
ma è penalizzata dall'accento straniero, che, pur ben dissimulato,
la induce a falsare, talvolta, l'intonazione delle frasi.
CURIOSITA': come per La
notte di San Lorenzo, anche questo disco ha presentato uno strano
problema, per la cui soluzione vi rimando alla scheda di quel film.
Ho visto L'ora di religione in italiano.
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