COSA MI E' PIACIUTO:
questo film mi ricorda un po' la musica di Turina. Formidabile nel
creare un'atmosfera, e nel far crescere l'attesa del tema principale...
che non arriva mai, e che infatti non c'è. Qui però, poco alla volta,
la Coppola ci fa capire che non è il caso di aspettarsi chissà quali
colpi di scena, e che la descrizione di Tokyo è uno dei punti di
forza del suo film. La riuscita del progetto dipende però molto,
in casi come questo, dalla bravura degli attori. Sofia Coppola ci
dice nel documentario che se Bill Murray non avesse accettato la
parte il film non si sarebbe fatto. Bill Murray è effettivamente
perfetto, e come sempre è divertentissimo, grazie alla sua comicità
spontanea fatta di piccoli segni. L'impressione è che non debba neanche
recitare, oppure che reciti anche nella vita reale e che il vero
Bill Murray... sia comunque uguale agli altri due. Pochi, invece,
i riferimenti a Scarlett Johansson, che nel 2003 non era ancora così
famosa, ma che oggi lavora al ritmo di una manciata di film all'anno.
La vogliono in molti, perché è bravissima e terribilmente affascinante,
inutile cercare ragioni nascoste. La scena centrale del film è il
dialogo sulla vita che Bob e Charlotte intraprendono sdraiati nello
stesso letto, ma perfettamente vestiti e rispettosi dei loro ruoli
famigliari (entrambi sono felicemente sposati). Bello il riferimento
di lui ai figli, e di come la visione della propria vita da parte
di un uomo cambi completamente quando nasce il primo. Fotografia
abbastanza creativa, senza forzature. La colonna sonora calza a pennello.
COSA NON MI HA CONVINTO: il peso specifico del film è abbastanza leggero,
ma fra un film leggero e stupido e uno lieve ma intelligente come
questo c'è comunque una bella differenza.
Ho visto Lost in translation in inglese
con i sottotitoli in italiano (non sono obbligatori).
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