COSA MI E' PIACIUTO:
sarà perché la musica è qui protagonista più
che in qualsiasi altro film di Hitchcock, ma questo è sempre
stato uno dei suoi lavori che amo di più. All'avvicinarsi del
momento del colpo di piatti, ancora una volta ho abbandonato la mia
classica posizione sdraiata per sedermi a un palmo dal teleschermo,
naturalmente senza accorgermene se non a clangore di piatti già
spento. Tutta la parte londinese è talmente coinvolgente da stordirmi.
L'ambientazione mi ricorda fra l'altro le strane e inquietanti storie
della serie di telefilm "The Avengers", ovvero "Agente
speciale", la cui prima serie fu girata solo pochi anni dopo (cinque,
credo). James Stewart offre una delle sue interpretazione più
classiche, e Doris Day colpisce per la sua efficacia drammatica, soprattutto
nella scena - molto difficile - in cui il marito la informa del rapimento
del figlio. Era la prima volta che la vedevo con l'audio originale,
e mi ha molto emozionato. E naturalmente ella ha più volte modo
di sfoggiare la sua splendida voce. La musica di Herrmann (che dirige
di persona l'orchestra alla Royal Albert Hall) non è interessante
in sé, ma è terribilmente funzionale. Impossibile dimenticare
quel frammento che anticipa il colpo di piatti, anche perché
suscita lo stesso tipo di inquietudine procurata al concertista dall'esecuzione
delle battute che precedono immediatamente un certo passaggio particolarmente
ostico, che in prova a volte viene e a volte no. E infine, come non
commuoversi alla vista di una madre che riabbraccia la sua creatura?
Mi nasce spontaneo il ricordo della scena in cui Dumbo rivede la sua
mamma elefantessa. E l'ultimissima sequenza, dopo che finalmente la
tensione si è allentata, non è fra le più spiritose
uscite di scena nella carriera del nostro?
COSA NON MI HA CONVINTO: solo una sciocchezza: quando il cattivone fa
ascoltare al killer il disco col punto della cantata in cui dovrà
entrare in azione, azzecca per tre volte esattamente lo stesso frammento,
al millesimo di secondo. In realtà se ci si provasse per cent'anni
di seguito, non ci si riuscirebbe mai. Parlando più seriamente,
qualche passaggio nei dialoghi della parte ambientata a Marrakech mi
pare meno rigoroso del solito.
CURIOSITA': i brevi dialoghi in francese della
versione inglese sono leggermente diversi rispetto alla versione italiana.
Ho visto L'uomo che sapeva troppo in
lingua originale con i sottotitoli in italiano.
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