DI COSA SI TRATTA: 1880: due ex-sottufficiali inglesi, massoni, partono dall'India per raggiungere il lontano regno del Kafiristan e renderlo proprio.
COSA MI E' PIACIUTO:
dal racconto di Rudyard Kipling, che è il terzo protagonista della vicenda, Huston ha tratto un film d'avventura che ha tutte le carte in regola per avvincere ed emozionare, perché è scritto con arguzia, girato in posti magnifici (Marocco e Alpi francesi), interpretato in modo eccellente e diretto con maestria ma anche con semplicità. Però c'è dell'altro: la storia ci parla del comportamento degli uomini a contatto con civiltà diversissime e inaspettate, e al cospetto della possibilità di assumere un potere che diventa addirittura divino, dal momento che i Kafiristani sono indotti a credere che Dravot (Connery) sia il figlio di Alessandro Magno, il quale aveva regnato sui loro avi oltre due millenni addietro. Così il cinismo che aveva mosso all'avventura si trasforma in senso di responsabilità e nell'orgoglio di sentirsi considerato da una moltitudine un taumaturgo, a metà dunque fra il "non posso abbandonare questa gente" e il "non voglio rinunciare alla mia deità".
COSA NON MI HA CONVINTO: ma se Alessandro Magno potè più di 2000 anni addietro sposare Roxanne, perché lo stesso proposito da parte di Dravot è stato ritenuto "scorretto" dall'autorità religiosa? Anche "Sikander" era considerato un dio, no?
CURIOSITA': Huston avrebbe voluto girare questo film già vent'anni prima, ma rimandò più volte.
Ho visto L'uomo che volle farsi re in lingua originale con
i sottotitoli in italiano.
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