DI COSA SI TRATTA: un rapinatore e un professore di francese in pensione s'incontrano casualmentein una sonnolenta cittadina del Centre, e il secondo dà ospitalità nella propria casa al primo. Ne nasce un'amicizia.
COSA MI E' PIACIUTO: capita tutti almeno una volta di invidiare, o - per chi non è incline a questo aspro sentimento - ad ammirare la vita di qualcun altro, e in questo film abbiamo due uomini che s'incontrano e cominciano a desiderare ciascuno di essere, e essere stato fin lì, nei panni dell'altro. Questa tensione reciproca è espressa con molta eleganza attraverso battute e piccole azioni apparentemente trascurabili, ma alla fine si fa inesorabile. Halliday, che dalle nostre parti è noto più per essere stato il marito della divina Sylvie Vartan che per le sue qualità artistiche, è bravo nel far ravvisare poco alla volta le piccole crepe che si aprono nella sua scorza di duro, e Jean Rochefort è addirittura geniale nel delineare un personaggio ammalato di normalità con una caratterizzazione fuori da ogni cliché. Bella fotografia.
COSA NON MI HA CONVINTO: nei dialoghi c'è talvolta una ricerca eccessiva della battuta memorabile. La sequenza finale è leggermente troppo lunga, o meglio ridondante (come ha ben detto M. Morandini).
Ho visto L'uomo del treno in francese con sottotitoli in italiano.
Questo film su Amazon.it