DI COSA SI TRATTA: è una fedele trasposizione del celeberrimo romanzo di Gustave Flaubert.
COSA MI E' PIACIUTO:
ci sono almeno un paio di grandi scrittori francesi dell'800 che hanno anticipato il cinema, scrivendo dei romanzi che sono da considerarsi implicitamente anche delle sceneggiature da film, per il modo in cui guidano l'occhio e l'attenzione dello spettatore da un capo all'altro, da un aspetto all'altro della storia. Uno è Victor Hugo (in modo particolare in Notre-Dame de Paris), e un altro è, appunto, Gustave Flaubert. L'abilità di Chabrol è quella di cogliere le potenzialità cinematografiche del testo e di tradurre a modo suo, con idee originali, ciò che sembrerebbe confinato nell'ambito letterario. Al resto, pensa Isabelle Huppert, geniale nel cogliere tutte le sfumature del suo personaggio senza sottolineare nulla, perfettamente spontanea in tutti i registri possibili. I registi la amano perché non solo riesce ad assecondarli completamente, ma sa aggiungere molto di suo pur nel rispetto dell'idea di partenza. Bravi e ben guidati anche gli altri attori. Ambientazione precisa, fotografia elegante e non pretenziosa.
COSA NON MI HA CONVINTO: chi conosce il romanzo non avrà sorprese. Il testo viene servito, non reinterpretato. Beninteso, è una scelta, non un difetto.
Ho visto Madame Bovary in francese con
sottotitoli in inglese.
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