COSA MI E' PIACIUTO:
è un Hitchcock insolito, tanto che ho preferito definirlo un
film "drammatico" piuttosto che un thriller, perché
il nòcciolo del film è Marnie, e non quello che accade
a lei e intorno a lei. Raramente Hitch si è soffermato così
intensamente sulla psicologia di un personaggio a scapito dell'evidenza
meccanica dello svolgersi degli eventi. Secondo la maggior parte dei
critici, e anche del pubblico, l'operazione non è andata a buon
fine, e invece io ho sinceramente sofferto per Marnie. La scena che
più mi ha emozionato è quella del gioco psicanalitico
delle associazioni, grazie anche e soprattutto all'interpretazione di
Tippi Hedren: credo che ci voglia un gran talento per rendere un personaggio
così multiforme senza mai uscire di strada. Va anche detto che
non ho mai visto un attore recitare men che dignitosamente in un film
di Hitchcock. Montaggio virtuosistico, serratissimo eppure invisibile,
e memorabile l'unico vero piano-sequenza, con Marnie e la donna delle
pulizie nella stessa inquadratura negli uffici vuoti. Molto ben scritta
e straordinariamente aderente alla narrazione, come sempre, la musica
di Herrmann.
COSA NON MI HA CONVINTO: le scene di equitazione sono strane. Mentre
le osservavo avevo quasi l'impressione che il cavallo montato da Marnie
fosse vero, eppure si capiva benissimo che gli sfondi erano proiettati
su uno schermo. Sembrava quasi che un vero cavallo stesse galoppando
su un tapis-roulant... beh, andate a guardarvi il documentario! La sequenza
della caduta non è fatta particolarmente bene. In certi momenti
si alternano le registrazioni delle stesse voci in presa diretta e in
studio, e non è un bel sentire.
CURIOSITA': nel documentario si definisce Sean
Connery come una persona straordinariamente gentile. Posso confermare
che è vero. Diversi anni fa, esattamente nel 1990, si trovava
davanti a me in una sala d'aspetto dell'Aeroporto di Madrid. Cercava
di non dare troppo nell'occhio, ma come si fa a non riconoscerlo, alto
com'è. Alcuni viaggiatori gli si sono avvicinati timidamente
per chiedergli un autografo, e lui ha accontentato tutti con placida
bonarietà. Poi, quando siamo saliti sull'aereo, improvvisamente
si è aperto lo sportello di un vano portabagagli che stava per
colpire in testa una signora, la quale non si era accorta né
di lui, né dello sportello con aspirazioni contundenti. Ed ecco
allora James Bond: con uno slancio felino ha fermato lo sportello allungando
di scatto una mano, come se disarmasse al volo uno qualsiasi dei personaggi
malvagi che popolano i suoi film. La signora in una prima fase ha ringraziato
il nobile cavaliere, ma subito dopo, quando si è resa conto di
chi aveva davanti a sé, ha stentato a rintuzzare uno svenimento,
giovandosi molto del supporto del sedile alle sue spalle.
Ho visto Marnie in lingua originale con
i sottotitoli in italiano.
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