COSA MI E' PIACIUTO:
ci sono diverse battute molto divertenti, sia per merito della sceneggiatura
che per la bravura di tutti gli attori. In particolare Abatantuono è
un mostro di simpatia e spontaneità: è esattamente uguale
all'Abatantuono che partecipa ai salotti televisivi. Eccellenti anche
Bigagli e Cederna, mentre gli altri sono stati penalizzati dai tagli.
Come ribadisce Salvatores nella breve intervista, qui la guerra è
solo un pretesto per offrire uno scenario diverso da quelli dei due
film precedenti del regista milanese, Marrakech Express e Turné,
che con Mediterraneo formano un trittico molto omogeneo sotto
l'aspetto delle tematiche. Bellissimo il personaggio dell'aviatore,
interpretato da Antonio Catania ("c'è fermento").
COSA NON MI HA CONVINTO: mentre a Nuovo
cinema Paradiso i tagli decisi per la distribuzione internazionale
avevano giovato, qui sono di avviso perfettamente contrario. Gli spettatori
italiani ricordano diverse scene molto riuscite che qui sono scomparse,
e personalmente la cosa mi ha indispettito. La famosa battuta di Abatantuono
"Ma cosa ne sai tu di cosa mangiano i greci" è purtroppo
finita nel cestino. Siccome a questo scempio ha partecipato Salvatores,
lo giudico ovviamente corresponsabile. La versione corta è TROPPO
corta, e a causa dei tagli soffre di zoppie e di una complessiva fragilità.
Personaggi che si svalutano, battute che non si capiscono perché
è stata eliminata la premessa, e se non sbaglio c'è anche
un dialogo troncato brutalmente, quello della dichiarazione d'amore
del personaggio di Ugo Conti al suo sergente: una sequenza fra l'altro
privata della sua preparazione, che è andata persa con i tagli,
e quindi svuotata. Ma anche nella versione integrale, ci sono delle
imprecisioni che potevano essere corrette: in particolare una mezza
papera di Abatantuono quando fa la battuta sul sergente che deve urlare
per forza, e un errore di "fraseggio" di Cederna, peraltro
bravissimo (e appunto per questo la stonatura si nota di più)
nella scena in cui è rannicchiato dentro il barile. Infine non
manca, come spesso avviene nei film di Salvatores, l'elogio della canna:
esercizio retorico inutile e che a me dà soltanto fastidio. "Non
sarebbe bello se fosse sempre così, che ci portano via tutte
le armi e ci lasciano questa roba qui" dice Abatantuono riferendosi
agli stupefacenti. La battuta mi suona infelice: sostituiamo quella
roba lì con delle belle biciclette, e mi piace molto di più.
La bicicletta dà la stessa euforia, e in più giova alla
salute. Non si può certo dire la stessa cosa della marijuana
e sostanze affini.
Ho visto Mediterraneo in italiano.
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