DI COSA SI TRATTA: parodia del genere western in chiave surrealista. In una cittadina viene inviato un nuovo sindaco. Di colore.
COSA MI E' PIACIUTO: un'intenzionale rozzezza percorre l'intero film su una carrozza trainata dall'ironia e dall'affetto per il genere parodiato. L'espediente meta-cinematografico è usato spesso: i personaggi a volte si mettono a parlare col pubblico del film ("Avevate mai visto tanta crudeltà?" ci chiede la vecchia mentre la picchiano), a volte cercano proprio di uscire dal film: geniale la trovata del "cattivo" che prende un taxi dicendo appunto: "Mi porti via da questo film", e si rifugia in un cinema in cui stanno proiettando proprio il film da cui stava cercando di scappare, dal quale esce lo sceriffo che lo arresta. Tutto questo mentre l'intero cast esonda dal proprio set e ne invade un altro, finendo nella mensa dove inscena una classica rissa a colpi di torte in faccia. Il "politicamente scorretto" trionfa festante e sguaiato. Esilaranti, come sempre in M. Brooks, i numeri musicali: l'orchestra di Count Basie che suona in mezzo al deserto, la parodia di Marlene Dietrich fatta da Madeline Kahn. Gene Wilder è un indimenticabile pistolero alcolista, Harvey Korman un cattivo di sublime stupidità. La frase di Mongo: "Mongo è solo una pedina nel gioco della vita", la uso spesso nella vita reale per rispondere a chi mi chiede di fare qualcosa che è al di fuori delle mie possibilità.
COSA NON MI HA CONVINTO: in qualche passaggio meno ispirato la sgangheratezza prende il sopravvento.
Ho visto Mezzogiorno e mezzo di fuoco in lingua
originale con i sottotitoli in italiano. Se la memoria non mi tradisce, non sono la trascrizione del doppiaggio italiano.
Questo film su Amazon.it
Mel Brooks su Amazon.it