COSA MI E' PIACIUTO:
è un film tenero e giocoso, benché gli intenti satirici
di Zavattini teneri non lo fossero affatto. Zavattini anzi voleva che
il film si chiudesse esplicitamente col vano tentativo dei poveri di
atterrare in un posto qualsiasi, ovunque respinti dalle fucilate dei
difensori delle proprietà private. Miracolo a Milano è
girato quasi totalmente in esterni, in luoghi veri, e quindi per un
milanese come me è bello cercare di riconoscere le varie zone
della città, così bella quando ancora non era violentata
dall'osceno traffico automobilistico di oggi. Il dialetto milanese parlato
dagli attori, molti dei quali non professionisti, è di qualità
eccelsa. Attori che sono molto bravi e molto ben guidati, così
che le inevitabili semplificazioni che il clima fiabesco porta con sé
non sono mai fastidiose. Proprio alcune di queste stilizzazioni risultano,
anzi, piuttosto comiche: il collo di pelliccia come simbolo di ricchezza
sembra un invenzione di un cartone animato di Bruno Bozzetto. In generale
la comicità del film è molto elegante e misurata, e non
mi è apparsa per nulla ingenua neppure vista oggi. Miracolo
a Milano ha sofferto, presso la critica italiana, soprattutto la
sua collocazione temporale tra i due sommi capolavori di De Sica, Ladri
di biciclette e Umberto D., che gli sono certamente superiori,
ma non al punto da giustificarne la relegazione fra le opere minori
del grande regista.
COSA NON MI HA CONVINTO: la realizzazione tecnica di certe scene fantastiche,
come il celebre volo finale, è piuttosto ingenua. Non vorrei
che il recente restauro avesse, a dispetto delle intenzioni, sottolineato
i vizi anziché camuffarli.
Ho visto Miracolo a Milano in italiano
senza sottotitoli.
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