COSA MI E' PIACIUTO:
lo confesso, prima di scrivere queste brevi note sono andato a leggermi
un po' di recensioni scritte da professionisti della critica, per capire
se davvero qualcuno avesse trovato una logica in questa storia, o meglio
in questa fantasia di David Lynch. Rassicurato dalle parole dello stesso
regista, ho accettato il fatto che Mulholland Drive è
un film in cui la realtà è puramente uno stato mentale.
La percezione emotiva è marcatamente condizionata dal breve episodio
del ristorante, con quel tizio dalla faccia inquietante che dice di
aver visto in sogno un volto orribile proprio in quel luogo (e se lo
dice lui...). La sequenza successiva mette, francamente, piuttosto in
agitazione. L'episodio è secondo me stato suggerito dal romanzo
di Steinbeck "Al dio sconosciuto", dove c'è un giovane
mentalmente instabile che ha degli incubi terribili in cui vede uscire
da grosse buche mostri abominevoli. Quando qualcuno gli offre un cannocchiale
e gli fa vedere la luna, con i suoi crateri, non sopportando l'idea
che i mostri che popolano i suoi sogni possano esistere davvero si toglie
la vita. Tornando al film, da lì in poi, ad ogni porta che si
apre, ad ogni angolo voltato, un brividino corre, c'è poco da
fare. Come suggerisco nel succinto commento tecnico al dvd, gli stili
di ripresa di Lynch sono molteplici, e spesso la camera viene piazzata
dove un cineasta dal solido mestiere ma dotato di un'immaginazione nella
norma mai si sognerebbe di metterla. La musica di Angelo Badalamenti
(che recita anche in un piccolo ruolo, quello del boss che non apprezza
il caffè che gli viene offerto) aggiunge inquietudine all'inquietudine.
Brave le due attrici, soprattutto Naomi Watts (la bionda), nel rivoltare
i caratteri dei loro personaggi. Il dialogo fra il regista e il cosiddetto
"Cowboy" è stupendo. Citazioni: il Billy Wilder di
Viale del tramonto (decisamente esplicita),
il Bergman di Persona (idea mia, l'unico tentativo
di interpretazione che mi sento di fare), Quentin Tarantino, con l'inserto
buffo di un killer sgangherato che per ammazzarne uno finisce per compiere
una strage.
COSA NON MI HA CONVINTO: l'arbitrarietà totale, l'offerta reiterata
di un appiglio logico immancabilmente sottratto ogni volta che si tenta
di afferrarlo. Qualcuno ha parlato di presa in giro dello spettatore;
io non arrivo a tanto, perché in fondo ho tutto il diritto di
interrompere la visione del film quando mi pare e piace, però
non posso farlo, ricattato dal fascino di ciò che Lynch mi mostra.
E mi nasconde.
CURIOSITA': il film è stato prodotto dai
francesi perché rifiutato da Hollywood, e chi l'ha visto non
faticherà a intuirne i motivi.
Ho visto Mulholland Drive in inglese
con i sottotitoli in italiano.
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