DI COSA SI TRATTA: un'angosciosa maratona di ballo ai tempi della Grande Depressione, nel 1932.
COSA MI E' PIACIUTO: nonostante sia un film monotematico e si svolga in un ben determinato lasso di tempo e in un unico luogo, per quanto sulle prime possa sembrare impossibile, non solo mantiene immutata la tensione che lo percorre, ma l'accresce costantemente man mano che si chiarifica lo squallore del quadro e se ne percepisce la sua portata metaforica. Vi è poi un'originale inversione temporale fra la vicenda reale e quelli che, prima della sequenza finale che sigilla la forma circolare del film, sembrano flashback. Le due corse attorno al perimetro della pista da ballo per eliminare forzosamente tre coppie sono un autentico incubo. La prima delle due, fra l'altro, è in tempo reale, e dura veramente dieci, interminabili minuti. La cupa disperazione del personaggio non vela ma anzi fortifica il fulgore della trentenne Jane Fonda, anche se l'unico Oscar, tra le numerose candidature, andò al cinico animatore della maratona impersonato dall'ottimo Gig Young. I membri dell'Academy devono essere rimasti impressionati dalla battuta che il suo Rocky rivolge a Jane Fonda: "Posso sbagliarmi nell'indovinare un vincitore, ma riconosco subito un perdente". Che, a parte gli scherzi, è una metafora della corsa disperata verso il nulla che più o meno tutti accettano di correre, ma dalla quale nessuno esce vincitore.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto Non si uccidono così anche i cavalli? in inglese con
i sottotitoli in italiano.
Questo film su Amazon.it