DI COSA SI TRATTA: un chirurgo vede arrivare nel suo ospedale la figlia, vittima di un incidente stradale. Nell'attesa dell'esito dell'intervento rievoca la sua vita e in particolare la sua storia extraconiugale con una ragazza di nome Italia. Da un romanzo di Margaret Mazzantini, moglie di Castellitto, sceneggiato a quattro mani.
COSA MI E' PIACIUTO:
è una storia in cui eros e thanatos coincidono ripetutamente e in modi diversi. Timoteo rievoca il suo amore di 15 anni prima per Italia, mentre sua figlia è in coma; sua figlia che nasce mentre Italia abortisce; un nuovo quartiere residenziale che sta sorgendo, con il suo potenziale carico di nuova vita, mentre la casa di Italia, su cui incombono gli scheletri dei palazzoni, sta per essere demolita. Paradossalmente però è la vecchia casupola, in cui arde l'amore ferino fra Timoteo e Italia, ad essere colorata d'un rosso vivo, mentre gli alti edifici in costruzione, con il loro grigiore, sembrano già morti prima di nascere. Timoteo, che ha una bella casa e una moglie in carriera affascinante e affettuosa, cerca in Italia e nella sua modesta magione le condizioni opposte, razionalmente indesiderabili, ma che gli ricordano la sua infanzia di povertà e di disagio famigliare. Italia rivede in Timoteo la figura del padre, che quando era ragazzina la violentò. La regia di Castellitto è molto efficace e matura, e come sovente accade con gli attori registi garantisce una resa ottimale da parte di tutti gli interpreti. Penélope Cruz, imbruttita a regola d'arte, è semplicemente un genio. E uso l'avverbio semplicemente non tanto come rafforzativo, ma piuttosto per definire la naturalezza con cui l'attrice spagnola è in grado di illuminare ogni inquadratura e ogni battuta ricorrendo a tempi e modi tutti suoi. Tacendo del fatto che qui recita in una lingua che non è la sua e nonostante ciò trova sempre la cantabilità e il ritmo più adatti ad ogni circostanza. Ma anche Claudia Gerini è bravissima nell'esprimere la "normalità" che è richiesta al suo ruolo. Angela Finocchiaro ha una parte piccina, ma si segnala con un colpo di classe autentica per il modo in cui dice la battuta "I valori sono nella norma". Castellitto è un inteprete notevolissimo, ma questo non stupisce. Bella la fotografia, il montaggio ha il ritmo che ci vuole.
COSA NON MI HA CONVINTO: le sbavature, non gravi, sono tutte nella sceneggiatura, con certe frasi lapidarie a chiudere alcune scene che non hanno la forza necessaria a sigillare una sequenza, né ad aggiungere qualcosa al racconto; e nella colonna musicale, di qualità non eccelsa e usata un po' approssimativamente. C'è anche un missaggio sbilanciato a favore delle musiche e a danno dei dialoghi, che nei passaggi sussurrati si comprendono a stento.
Ho visto Non ti muovere in italiano.
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