COSA MI E' PIACIUTO:
un film decisamente insolito, che ricorda un po' Jules
et Jim di Truffaut per l'assunto, quantunque trattato in tutt'altra
chiave, e Zazie nel metro di Malle per lo stile surrealista,
a collage, ma risolto molto meglio qui che nel disperato tentativo di
Malle di tradurre in immagini il capolavoro di Queneau. Non è
piaciuto solo a me, ma anche alla giuria di Cannes, che gli assegnò
il premio principale (cosa che ignoravo fino a dieci minuti fa e che
mi ha sorpreso). Invero il surrealismo verbale va un po' perso nella
traduzione, né io sono in grado di apprezzarlo appieno in lingua
originale (se non ricordo male nel doppiaggio italiano certe battute,
intraducibili, sono state semplicemente sostituite con tutt'altro),
ma il surrealismo narrativo e quello figurativo sono tutti da gustare.
Eccezionale la sequenza dell'inseguimento che si conclude davanti e
attraverso le porte allineate. Da elogiare la fotografia e il commento
musicale, basato sostanzialmente su un unico tema.
COSA NON MI HA CONVINTO: la struttura frammentaria, e la durata di soli
82' (75' senza titoli di testa e di coda), lo fanno sembrare, più
che un lungometraggio, un... cortometraggio lungo.
CURIOSITA': credevo di essere fra i pochissimi
italiani a conoscere questo film, trasmesso più volte dalla rai
ma sempre ad orari da grande pubblico, tipo le 11 del mattino di un
venerdì, o simili. E invece scopro adesso che ha vinto la Palma
d'Oro. Ciò non esclude che si resti in pochissimi a conoscerlo.
Nell'edizione italiana the Knack è il "pitipanzio";
in altri termini, quell'indefinibile "quid" che affascina
le donne. Chi ce l'ha, le attira tutte verso di sé, chi non ce
l'ha (ecco spiegato il titolo italiano), diventa ai loro occhi trasparente.
Ho visto Non tutti ce l'hanno in inglese
con i sottotitoli in francese.
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