DI COSA SI TRATTA: una spia americana (Grant) incarica una giovane donna (Bergman), figlia di una spia nazista condannata al carcere, e della quale è innamorato, di intrufolarsi nella vita di un'altra spia nazista per carpire alcuni segreti essenziali. Obbediente, lei addirittura accetta di sposare il nazista - che è peraltro una marionetta nelle mani della madre - pur restando a sua volta innamorata della spia americana. Nonostante tutte queste spie, non si tratta sostanzialmente di un film di spionaggio (e nemmeno di un cruscotto).
COSA MI E' PIACIUTO:
è uno dei numerosi film di Hitchcock al termine del quale, prima ancora che si allenti la tensione, ci si rende conto, con una punta di commozione, di aver assistito all'ennesima opera perfetta del maestro inglese. La storia di spionaggio è sempre strettamente intrecciata a quella d'amore fra i personaggi interpretati da Cary Grant e Ingrid Bergman, e in nessun momento avviene che uno dei due fili conduttori venga messo da parte, al punto che questa stessa dualità permane dall'inizio alla fine nel sentire dei due personaggi principali. Per evitare che i due flussi piuttosto che alimentare congiuntamente la tensione si elidano a vicenda, Hitchcock rinuncia perfino alla sua vena umoristica, limitata a fugaci pennellate. Anche il suo amore per la buona cucina viene sacrificato sull'altare della storia da raccontare, e infatti il pollo che Alicia aveva amorevolmente cucinato viene lasciato sul tavolo a raffreddarsi senza essere nemmeno toccato. Ingrid Bergman è di una bellezza e di una bravura totali, e qui dimostra anche meno della sua età, soprattutto nella versione sbarazzina delle prime sequenze. Il film ispira carnalità quasi ad ogni passo, anche se non si vede mai nulla (figuriamoci, nel '46...), se si eccettua il lungo bacio fra Grant e la Bergman che indusse la censura a fissare dei limiti di durata dei contatti labiali. A partire però dal film successivo.
COSA NON MI HA CONVINTO: può anche essere considerata una sciocchezza, ma fatico a credere che la madre di Alexander Sebastian, potesse essere veramente sua madre. E infatti l'attrice che l'ha impersonata aveva solo tre anni più di Claude Rains (che la Bignardi considera, in questo film, perfino più affascinante e sensuale dello stesso Grant... non me ne intendo affatto, ma resto scettico).
Ho visto Notorious - L'amante perduta in lingua
originale con i sottotitoli in italiano. Ho sentito qua e là qualche passo del doppiaggio italiano. Lasciatelo dov'è, fatevi questo regalo. Ma chi traduceva quei copioni? Nessuno ha mai parlato così nella storia dell'umanità al di fuori di una sala doppiaggio.
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