COSA MI E' PIACIUTO:
la convenzionalità dei singoli ingredienti - la tranquilla casalinga
con un marito sciatto che pensa solo al lavoro e non sa parlare d'altro,
la gita in corriera a Paestum, la casalinga dimenticata all'autogrill
(succede più spesso di quanto non si creda), la fuga a Venezia
- si scioglie magicamente nell'impasto, grazie alla presenza di personaggi
le cui peculiarità vengono illustrate con tratti leggeri ma incisivi,
e al tono generale di leggiadria, di felicità anche nella malinconia.
Rosalba (la napoletana Licia Maglietta, attrice di teatro, architetto
e fisarmonicista, formidabile: ma dove l'avevano tenuta nascosta fino
ad ora?), per una volta liberatasi dalle ragnatele della sua vita famigliare
intristita da un marito squallido (il simpaticissimo Antonio Catania),
svela d'incanto ogni suo talento, e ne fa dono a coloro che incontra
nel suo viaggio. Fernando (lo svizzero Bruno Ganz), islandese che ha
imparato l'italiano sui versi dell'Ariosto, parla un meraviglioso linguaggio
aulico, assolutamente inappuntabile e perciò a maggior ragione
spassoso, e trova nell'incontro con Rosalba un'occasione di riscatto
dalle tristezze della sua esistenza. Anche gli altri personaggi, di
contorno ma non troppo, perché vengono tutti coinvolti se non
travolti dall'irrompere di Rosalba nelle loro vite, sono deliziosi.
La sceneggiatura è raffinatissima, gli attori tutti molto bravi
(certo, quando i dialoghi sono scritti così bene si va sul velluto).
Fotografia essenziale ma coloratissima, musica al passo col resto: il
tango che accompagna l'addio di Costantino alla madre non può
che suscitare il riso. Una commedia ilare e lieve molto inconsueta rispetto
alle abitudini del cinema italiano degli ultimi anni.
COSA NON MI HA CONVINTO: tutto è così accurato, non trovo
davvero nulla da ridire.
CURIOSITA': Licia Maglietta suona davvero la fisarmonica
nel film. Non so se è registrata in presa diretta, ma certamente
le dita toccano i tasti giusti.
Ho visto Pane e tulipani in italiano.
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