COSA MI E' PIACIUTO:
l'idea su cui è costruito il film, cioè far cantare ai
personaggi, nei momenti meno attesi, in playback, celebri canzonette
francesi che rispecchino il loro stato d'animo in quel momento, richiedeva
agli autori il compimento di un percorso netto: troppo facile buttare
tutto alle ortiche anche per una sola, piccola sbandata; tutto il resto
del film si sarebbe afflosciato su sé stesso. L'impresa è
riuscita perfettamente. Agnès Jaoui e Jean-Pierre Bacri hanno
consegnato a Resnais una sceneggiatura ricca di tutte le qualità
che fanno grande la tradizione della commedia francese "da camera",
fondata essenzialmente sui dialoghi, ma che era anche un oggetto molto
fragile, da maneggiare con mani sapienti. Se le mani sono quelle di
Alain Resnais, ecco che tutto acquista il giusto peso e il giusto colore,
e gli inserti musicali, anziché interrompere il flusso del racconto
solo per strappare qualche sorriso, aiutano ad incanalarlo meglio. Attori
bravissimi anche quando sono in ombra (provate a osservarli mentre altri
stanno cantando...). Oltre ad Agnès Jaoui e J-P Bacri, raro caso
di sceneggiatori-attori protagonisti di un film diretto da un altro,
vorrei citare anche André Dussollier e Sabine Azéma, due
attori per i quali nutro una grande ammirazione. Prodigioso da parte
di tutti il sincronismo nei playback.
COSA NON MI HA CONVINTO: sono solo rammaricato del fatto che un esperimento
del genere sia irripetibile, anche se la considerazione non fa che esaltare
l'originalità del lavoro.
CURIOSITA': l'idea delle canzoni in playback è
stata presa "in prestito" da Dennis Potter, sceneggiatore
inglese al quale On connait la chanson è dedicato. In
mezzo a ufficiali tedeschi che cantano con voci femminili e a signore
che si sostituiscono a cantanti uomini, alla sola Jane Birkin è
concesso di cantare una sua canzone.
Ho visto Parole, parole, parole... in
francese con sottotitoli in italiano.
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