DI COSA SI TRATTA: film a disegni animati tradizionali, prevalentemente in bianco e nero, tratto da un romanzo autobiografico a fumetti della regista, in cui racconta la sua infanzia a Teheran fra guerre e dittature e il suo duplice esilio volontario.
COSA MI E' PIACIUTO: lo stile del disegno, pur non essendo particolarmente originale, è assai funzionale ai temi del racconto e mostra una cura dei dettagli che non è puramente calligrafica. Anche se fa impressione sapere che razza di lavoro ha comportato la realizzazione dell'intero film: la tecnica del ripasso con i pennarelli di ogni singolo disegno a matita era stata abbandonata in Francia da oltre 20 anni (M. Satrapi dixit). L'animazione è molto essenziale, anche se non appare povera, ma le scenografie sono bellissime. L'utilità del film è fuori discussione: la denuncia della condizione femminile nell'Iran degli ultimi decenni non poteva essere più precisa ed esplicita. Al di sopra del dramma, aleggia un umorismo talora anche aggressivo, ma molto acuminato. Insomma, è anche un film divertente. L'opinione di M. Satrapi sugli effetti di un'educazione fondata sulla religione, per non parlare dei danni provocati da un governo che si fa rispettare con l'arma indiscutibile della fede, non si presta a fraintendimenti.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
ANNOTAZIONE NECESSARIA: per quanto bravi possano essere gli attori italiani che hanno curato il doppiaggio nella nostra lingua, raccomando la visione del film in lingua originale: gli altrettanto bravi attori francesi hanno lavorato a stretto contatto con la regista, e i dialoghi sono stati registrati prima che venissero realizzate le animazioni, soltanto sulla scorta della visione dei disegni e delle indicazioni della Satrapi. Nella versione in inglese le voci del padre e della nonna di Marjane sono quelle di Sean Penn e Gena Rowlands.
CURIOSITA': Gran Premio della Giuria a Cannes.
Ho visto Persepolis in
francese con i sottotioli in italiano.
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