COSA MI E' PIACIUTO:
ha una struttura non lineare che fa pensare a un disegno di Escher:
le varie parti del racconto sono collegate in maniera cronologicamente
impropria, ma logicamente ineccepibile. Oltre a essere un meccanismo
perfettamente costruito e funzionante, ha il vantaggio di poter essere
ammirato innumerevoli volte con immutato interesse. Le singole scene
grondano invenzioni, e il tutto è deliziosamente divertente.
Le scene di violenza sono talmente inverosimili nella loro esagerazione
da mantenersi nella rassicurante sfera delle avventure a fumetti, o
dei videogiochi alla Doom (quando Bruce Willis nel negozio sceglie armi
sempre più potenti, per esempio, partendo dal martello e arrivando
alla scimitarra). Dialoghi originalissimi. La consegna dell'orologio
è un brano da antologia del cattivo gusto servito con intelligenza.
Tarantino per me è paragonabile a Pedro Almodóvar: entrambi
hanno il dono dell'originalità, e nei loro esiti migliori non
devono nemmeno sforzarsi di stimolarla, anche a costo di essere sgradevoli,
se ciò significa fare qualcosa che a loro risulti divertente;
spesso lo è anche per la maggior parte degli spettatori.
COSA NON MI HA CONVINTO: mi hanno, come sempre, infastidito le scene
in cui si assumono stupefacenti. Sarà che a me dà noia
perfino veder fumare una sigaretta, ma rimango dell'avviso che sarebbe
meglio evitare certe esibizioni.
CURIOSITA': c'è anche Tarantino in una
piccola parte.
Ho visto Pulp Fiction in inglese con
i sottotitoli un po' in italiano e un po' in inglese.
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