DI COSA SI TRATTA: un ragazzino bresciano, figlio di un piccolo imprenditore, durante una gita in barca col padre cade in mare. Viene salvato da dei migranti su un barcone che li sta portando in Italia.
COSA MI E' PIACIUTO:
Giordana non può astenersi dal fare film utili, in particolare, qui, su temi trattati raramente o di sfuggita. La tragedia dei barconi è narrata dal punto di vista del benessere, ovvero di chi si vede arrivare tutti quei disperati e si pone sulla difensiva. Oppure di chi, come il giovane protagonista, si pone delle domande, soprattutto dopo che paradossalmente sono alcuni di loro a salvare la vita a lui. Il film non teorizza, anzi sfocia in un finale talmente aperto da somigliare a un'ammissione di impotenza. Bravo il ragazzino. Da segnalare su tutte la sequenza della caduta dalla barca e la solitudine in mare aperto, apparentemente senz'altra prospettiva che non sia quella di una morte serena nel grembo del Mediterraneo.
COSA NON MI HA CONVINTO: al pur bravo Alessio Boni ogni tanto scappa un accenno di teatralizzazione, e anche, stranamente, qualche accento sbagliato. Stranamente, dico, perché lui è nato a Sarnico, che è in provincia di Bergamo ma è a due passi dal confine con quella di Brescia, cui appartiene il personaggio di Bruno. La scena dell'incontro a Milano fra Sandro e Alina aveva potenzialità che per qualche ragione sono rimaste in gran parte inespresse.
Ho visto Quando sei nato non puoi più nasconderti in italiano.
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