COSA MI E' PIACIUTO:
è il debutto cinematografico di Troisi, ma secondo me resta il
suo miglior film. Ci ha messo dentro un sacco di annotazioni argute,
non ha esagerato con l'istrionismo e ci ha fatto ridere con intelligenza.
Il suo dialetto napoletano è comprensibile persino per un polentone
come me (anche se ho il vantaggio di aver fatto il militare a Napoli,
e proprio in quell'anno), e rappresenta un valore aggiunto in termini
di caratterizzazione di una cultura. Il divertimento è fornito
anche dalla presenza di bellissimi personaggi di contorno, come l'aspirante
suicida (Mirabella), il pazzo nella sala d'aspetto (Messeri, "dignità
e orgoglio!"), il timido Robertino (Scarpa) succubo della madre,
la zia (Pagano). E gli stessi coprotagonisti, Lello (Arena) e Marta
(Marchegiani) non vengono oscurati dalla presenza ingombrante di Gaetano.
Da antologia almeno i numeri estremi: all'inizio la distinzione fra
"o miracolo" e "o miracolo", e la fregatura di sognare
di essere in guerra addormentandosi tardi (perché le armi migliori
le hanno prese quelli che sono arrivati alle 11, 11 e mezza); alla fine
i motivi per cui è meglio battezzare un bimbo col nome di Ugo,
o al massimo Ciro, invece che Massimiliano. Ma anche la scena della
gelosia repressa, e il dialogo fra Gaetano e il prete.
COSA NON MI HA CONVINTO: la Marchegiani recita un po' sopra le righe,
qualche volta. La celebratissima colonna sonora di Pino Daniele non
aggiunge e non toglie nulla.
Ho visto Ricomincio da tre in italiano
senza sottotitoli.
Questo film su Amazon.it
Massimo Troisi su Amazon.it