COSA MI E' PIACIUTO: l'aspetto più notevole
del film è la colonna sonora. Leggendo i titoli di coda, veniamo
a sapere che oltre ai contributi del fedelissimo Nino Rota e di altri
musicisti contemporanei, si hanno modo di apprezzare numerosi esempi
di musica etnica di varie estrazioni, che Fellini combina mirabilmente
con le immagini. Le immagini, appunto: se riusciamo a non far troppo
caso ai segni evidenti che il degrado della pellicola ha comportato,
possiamo ammirare gli esiti della fantasia sfrenata del visionario Fellini,
un po' pittorico (nell'ultima sequenza i personaggi in carne ed ossa
si cristallizzano in resti di affreschi), un po' sognatore, un po' alla
ricerca dei miti classici mediati dalla sua esperienza personale, se
è vero, com'è vero, che ogni film del riminese è
un po' autobiografico. Nella folta compagnia di attori spicca Salvo
Randone nei panni non facili del poeta Eumolpo. Folgorante uso del colore,
i cui meriti vanno ascritti principalmente alla fotografia di Giuseppe
Rotunno.
COSA NON MI HA CONVINTO: Fellini non sa rinunciare
al superfluo e alle annotazioni marginali. Doppiaggio come di consueto
approssimativo, sia con gli attori italiani che con quelli stranieri.
Fastidioso, e anche questo consueto, il ricorso a improbabili parlate
con accento straniero, come anche l'intervento dello stesso doppiatore
per numerosi personaggi diversi. Il film è piuttosto farraginoso
sul piano narrativo: le simbologie sono schierate in bella mostra, collegate
ora in maniera geniale, ora un po' pretestuosa, sull'onda dell'estro
del momento, ma messe insieme non fanno una storia. A Fellini questo
non interessava, a me invece interesserebbe.
Ho visto Fellini - Satyricon in italiano
senza sottotitoli.
Questo film su Amazon.it