DI COSA SI TRATTA: nel 1912 in Russia uno sciopero in una fabbrica viene soffocato nel sangue.
COSA MI E' PIACIUTO:
è evidentemente un film sperimentale, ma imbocca una strada che verrà percorsa di rado. il cinema seguente, compreso quello dello stesso Eisenstein, non deve molto a quest'opera, anche se può vantare sterili tentativi di imitazione da parte di cineasti sovietici dotati di minor talento (Vertov è un caso a parte, il suo L'uomo con la macchina da presa è un documentario). Ma Sciopero, primo lungometraggio di Eisenstein, resta apprezzabile oggi esattamente come allora per l'immaginazione pittorica e il montaggio concitato, per la potenza drammatica degli eventi conclusivi ma anche per la liricità della parte centrale (i bambini delle famiglie operaie hanno sempre molto spazio nei film "politici" di quel periodo, come per sottolineare l'etimologia del termine proletariato). La plasticità delle scene corali fa già pensare ai capolavori successivi, in particolare a La corazzata Potëmkin e ad Aleksandr Nevskij.
COSA NON MI HA CONVINTO: la grottesca sottolineatura della crudeltà dei padroni, che fu censurata in seguito dallo stesso regista in quanto ingenuamente enfatizzata. L'iteratività un po' stancante di alcuni procedimenti tecnici.
Ho visto Sciopero con
i sottotitoli in francese.
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