DI COSA SI TRATTA: il ruvido Ethan Edwards va alla ricerca di una nipote rapita dagli indiani.
COSA MI E' PIACIUTO:
la rappresentazione delle varie facce della società americana dell'800, che in Ombre rosse era affidata a un gruppo eterogeneo di caratteri, è qui sintetizzata in un solo uomo, il contraddittorio e ambiguo Ethan Edwards (John Wayne nel ruolo forse più significativo della sua lunga carriera). Capace di slanci di generosità estrema, egli è anche però un uomo vendicativo e cinico, da cui non si sa mai cosa aspettarsi. Figurativamente il film è uno splendore, e questa edizione restaurata valorizza come meglio non si potrebbe il fulgore degli sterminati paesaggi (la Monument Valley) e la creatività nell'uso delle luci artificiali e dei colori nelle scene notturne. In questo come in altri grandi western di Ford si percepisce costantemente l'esigenza di fondo di far capire il contesto storico e ambientale, e quindi l'onnipresenza della domanda sulla vera identità del popolo americano. La semplicità del linguaggio visivo di Ford è un indice della sua chiarezza d'idee e della sua padronanza tecnica.
COSA NON MI HA CONVINTO: l'indiano sepolto... respira. Non avrebbe dovuto, a mio avviso, visto che era morto.
CURIOSITA': Lana Wood, che interpreta Debbie bambina, è la sorella minore di Natalie Wood, interprete della Debbie ragazza. Lana vanta lo score di un matrimonio annullato e cinque divorzi.
Ho visto Sentieri selvaggi in lingua
originale con i sottotitoli in italiano.
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