COSA MI E' PIACIUTO: James Stewart è sempre ammirevole.
Qui è impegnato nel suo primo ruolo da protagonista, e già è
in grado di delineare alcune impronte peculiari del suo modo di recitare.
Ma anche la francesina Simone Simon se la cava bene, nonostante le
trappole che gli insulsi dialoghi di questo film le tendono ad ogni
battuta. Le scenografie di cartone rendono bene l'ambiente e se non
riescono anche a creare l'atmosfera giusta non è certo colpa dello
scenografo. La fotografia, benché non del tutto assecondata dalla
regia, ha qualche guizzo.
COSA NON MI HA CONVINTO: Dio, Patria e Famiglia: un manifesto per i
più piccini. Dialoghi degni a malapena di un fotoromanzo, nella
stessa misura in cui questo remake è, secondo la totalità dei critici,
indegno dell'originale muto di Borzage (1927). La costruzione è
abnormemente sproporzionata: nel primo blocco di 36' si presentano
i personaggi e si fa del catechismo da opuscoletto. Procedendo
con lo stesso passo, lo sviluppo del resto della storia avrebbe
dovuto richiedere 5 o 6 ore di film. L'appuntamento "telepatico"
delle 11 fra i due sposi ("Chico, Diana, Paradiso") è una trovata
carina, ma trascinato nelle numerose ripetizioni diventa ridicolo.
I personaggi del prete/cappellano e dell'ufficiale ferito curato
da Diana sono osceni, per sé stessi e per come sono interpretati.
CURIOSITA': perché sono andato a cercare questo
film? Perché mio padre me ne ha parlato per decenni. L'aveva visto
quando è uscito, gli era piaciuto all'inverosimile (aveva 15 anni...),
e però non era mai riuscito a rivederlo. Tuttavia non è l'unica persona
che me ne abbia parlato con trasporto: la madre di un mio amico me
ne aveva rievocata tutta la trama, completa di una miriade di dettagli,
ma dimostrandomi, alla luce della visione di questa sera, di aver
trasfigurato l'opera attraverso i propri entusiasmi giovanili, e
di averla caricata di significati che non possiede.
Ho visto Settimo cielo con l'audio
originale e i sottotitoli in spagnolo.