COSA MI E' PIACIUTO:
pensare il pensiero è un'esperienza vertiginosa. Vedere il proprio
pensiero materializzarsi è qualcosa che si può ricondurre
all'avventura dell'artista, ma quando il proprio pensiero si fa concreto
per opera di un'altra mente? Questo è Solaris, un oceano pensante
che cattura i ricordi e le speranze di chi vi si accosta. Nel film più
che nel bel romanzo di Lem, l'accostamento di Solaris con la Terra aggiunge
altri motivi di riflessione, di ripensamento della nostra condizione
di uomini (è incredibile che la versione italiana possa essere
stata orbata del prologo" terrestre"). Io non voglio essere
l'oceano pensante di nessuno, e lascio a ciascuno le proprie conclusioni,
dacché l'esperienza del vedere questo film è molto simile
a quella dei suoi protagonisti. Le immagini sono di una bellezza assoluta,
e questo è un dato oggettivo, se la bellezza può essere
per una volta un valore oggettivo. Il leit motiv della colonna sonora
è uno dei più bei preludi corali di Bach, Ich ruf'
zu dir. E' un film che per profondità di pensiero e riuscita
artistica può ritenersi degno del quasi coevo 2001: odissea
nello spazio. Come il tempo nell'orbita di Solaris si annulla,
così i tempi lunghissimi della narrazione perdono peso, al pari
di Chris e Hari che restano sospesi nel vuoto come in un quadro di Brueghel,
in una delle sequenze più belle. E quel finale da brivido!
COSA NON MI HA CONVINTO: -
CURIOSITA': c'è l'intervallo, poco prima
di un'ora e 16'.
Ho visto Solaris in russo con i sottotitoli in italiano.
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