COSA MI E' PIACIUTO:
treni che inseguono altri treni, uno spasso per me che li adoro. La
creatività di Keaton fa in modo che i mille accadimenti incredibili
siano nella realtà tutti possibili, e la fantasia "geometrica"
del nostro batte di gran lunga, a colpi di logica superiore, le migliaia
di inseguimenti in automobile visti al cinema negli 80 anni a seguire.
Il treno va sulle rotaie, non è facile inventarsi tutte quelle
variazioni sul tema. L'accostamento di Buster Keaton a Jacques Tati,
l'unico suo erede, viene spontaneo. Alcuni momenti, più che il
riso, suscitano meraviglia, aumentata dalla consapevolezza che Keaton
tutte quelle acrobazie mozzafiato le ha compiute davvero, prendendo
dei rischi enormi. La scena più comica è per me quella
in cui Johnnie libera la fidanzata e cerca di scappare nel bosco mentre
infuria il temporale (da notare l'effetto speciale della saetta tracciata
- almeno così mi è parso - a mano direttamente sulla pellicola).
Altro momento irresistibile è quando la ragazza, nel vivo dell'inseguimento,
prende la scopa e si mette a spazzare la locomotiva. E' uno dei momenti
nei quali Keaton "crea" il genere del comico d'osservazione
e indossa le nobili vesti dell'umorista. Il filo conduttore dell'intero
film è l'involontarietà di ogni impresa del nostro eroe,
ed è un filo che - tirato con delicatezza - non si spezza mai.
COSA NON MI HA CONVINTO: nulla da dichiarare.
Ho visto Come vinsi la guerra con i cartelli
in italiano (i cartelli sono molto rari, altro pregio di questo film).
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