DI COSA SI TRATTA: il microcosmo di una famiglia texana degli anni '50 racchiuso nel macrocosmo della storia dell'Universo.
COSA MI E' PIACIUTO: nel tentare un approccio concettuale all'analisi del film, mi sono accorto di essere caduto, felicemente, nella trappola di Malick. Proprio perché parla dell'universale, The Tree of Life non può essere descritto né tantomeno spiegato seguendo una sola traccia, perché ciascuno di noi, ripensandoci, si perderà in mille ramificazioni, un po' come l'albero simbolo della vita, e vedrà ad ogni nuovo istante ogni cosa da un'angolazione differente. Ammettendo allora che si tratti di un'opera inclassificabile, cosa fa la differenza fra un grande film e un polpettone filosofeggiante? L'adozione della bellezza come parametro principale, la sua accettazione e il suo apprezzamento. Per molti è troppo poco, e infatti le reazioni di pubblico e critica sono state assai contrastanti. Però un personaggio come la madre (Jessica Chastain) non può essere passato inosservato neanche ai più inclini ad annoiarsi in assenza di una trama evidente. Il repertorio musicale utilizzato, per il suo valore intrinseco e per la straordinaria coesione con le immagini, risulta un inoppugnabile punto di forza del film. Si possono ascoltare fra gli altri Brahms, Bach, Mahler, Berlioz, Mozart, Couperin, Respighi, e perfino il Preisner che i fans di Kieslowski avranno certamente riconosciuto. Una raccomandazione: The Tree of Life va cisto su un grande schermo ad alta definizione. Qualcuno può obiettare che sia un'ammissione di debolezza, ma neanche la Nona di Beethoven ascoltata al telefono in attesa di parlare con un operatore ci dice granché.
COSA NON MI HA CONVINTO: le animazioni computerizzate dei dinosauri denunciano qualche minima sbavatura.
Ho visto The Tree of Life in inglese con sottotitoli
in italiano.
Questo film su Amazon.it
Terrence Malick su Amazon.it