DI COSA SI TRATTA: attore newyorchese alla perenne ricerca di una scrittura ottiene finalmente un ruolo importante in una soap opera. E', però, un ruolo femminile.
COSA MI E' PIACIUTO: commedia degli equivoci molto ben congegnata e altrettanto ben interpretata, non solo dal trasformista D. Hoffman (opportunamente affiancato dal coinquilino Bill Murray, che ha sempre fatto della recitazione monocorde un suo cavallo di battaglia - e non che ci sia qualcosa di male, pensiamo a Buster Keaton e a Braccobaldo). Il travestimento, che aveva come unico scopo quello di trovare un lavoro, porta tuttavia Michael Dorsey a capire meglio la condizione femminile, e ad apprezzare maggiormente quanto di femminino c'è nel suo carattere, e di come lo renderebbe migliore come uomo se imparasse ad ascoltarlo. Con un montaggio calibratissimo nei tempi e nei modi Pollack rende omogenea una materia polimorfa e scoppiettante: per esempio le differenze caratteriali fra la fidanzata Sandy (T. Garr) e la collega Julie (J. Lange) sono ben delineate, ma essendo la percezione costantemente filtrata attraverso il sentire del protagonista, non ci sono cambi di marcia inconsulti.
COSA NON MI HA CONVINTO: nonostante la lunga gestazione del film, molti dei dettagli, anche fondamentali, furono definiti sul set, sicché il carattere improvvisatorio del personaggio di Hoffman talvolta traspare anche nella costruzione complessiva. Alla fine tutto torna, ma è come una valigia in cui non manca niente di ciò che serviva, ma si capisce che è stata fatta quando già il treno era pronto a partire. Ho anche il sospetto di un certo anacronismo nel modo di trattare il tema della condizione femminile nel mondo del lavoro, come se ci venisse detto qualcosa di molto giusto, ma che sapevamo già. Alla fine, credo che a restare nella memoria, più che il film, sia la prova di Dustin Hoffman. Pollack se la cava molto meglio come regista che come attore.
Ho visto Tootsie in inglese con
i sottotitoli in italiano.
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