COSA MI E' PIACIUTO:
più guardo film, non necessariamente quelli di Scorsese, e più
amo il cinema di Scorsese. Non c'è mai niente di ordinario, in
nessuna scena, anche in un film come questo che, avendo un carattere
biografico, si limita a raccontare dei fatti realmente accaduti a una
sola persona, e soprattutto quelli privati, quindi sostanzialmente ordinari.
Perché ogni singolo momento è l'occasione per inventare
qualcosa, sotto vari aspetti. Si parte subito con una delle più
belle aperture che si ricordino: De Niro-La Motta si scalda al suo angolo
su un ring avvolto nella bruma, mentre si ode il celebre Intermezzo
da "Cavalleria Rusticana" di Mascagni. Apparentemente sono
due ingredienti totalmente inconciliabili, e invece magicamente si realizza
un'ideale coincidentia oppositorum. L'ultima parte, che racconta il
declino del campione e dell'uomo, è assai commovente. De Niro
con Scorsese dà il meglio di sé; a proposito di questa
interpretazione si è molto insistito sulla sua eccezionale professionalità,
che lo ha indotto a ingrassare abnormemente per meglio ricordare fisicamente
Jake La Motta nei momenti in cui perdeva di vista la dieta, ma in effetti,
alla luce della sua prova, è l'ultima cosa a cui vien da pensare.
E non ricorre neanche a certe sue smorfie che in altre occasioni lo
hanno reso la caricatura di sé stesso. Bravissimo anche Joe Pesci.
Incantevole bianco-nero con inserti a colori nello stile dei filmini
di famiglia in super8.
COSA NON MI HA CONVINTO: le immagini dei match di boxe sono stupende,
ma la dinamica pugilistica non è del tutto credibile, anzi, non
lo è neanche un po'. E' altresì evidente che Scorsese
ricorre a un'idealizzazione del combattimento, soprattutto nell'ultima
sconfitta contro Ray Sugar Robinson.
CURIOSITA': De Niro ottenne l'Oscar per questa
interpretazione.
Ho visto Toro scatenato in inglese con i sottotitoli
in italiano.
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