COSA MI E' PIACIUTO:
l'inimitabile ironia di Bohumil Hrabal, uno dei miei scrittori preferiti,
dal cui omonimo romanzo breve è stato tratto questo film, e che
ha pure collaborato all'adattamento cinematografico. Chi conosce la
prosa di Hrabal (e chi non la conosce è invitato a rimediare
immediatamente) può ben immaginare quanto sia difficile trasferirne
il fluire vivace e apparentemente casuale in un racconto per immagini,
tale è la forza di evocazione visuale che sprigiona, perché
si rischia di offrirne nient'altro che una brutta copia, ma va detto
che forse Treni strettamente sorvegliati era l'opera più
indicata a suggerire il tentativo. E Menzel non ha fallito. L'erotismo
giocoso, così tipico di Hrabal, che percorre tutto il film, fa
sorridere anche delle disavventure più imbarazzanti, perfino
della morte. Almeno due le sequenze da antologia: l'impiegata "timbrata",
e l'attaccapanni bianco nella casa scoperchiata da un bombardamento.
Bella la colonna sonora fatta con i suoni caratteristici di una stazione
ferroviaria, e pittorici gli sbuffi di vapore delle locomotive di passaggio
sullo sfondo della stazione, che fanno da stacco fra le varie parti
del racconto. L'ultima fumata, nera, serve efficacemente da finale.
COSA NON MI HA CONVINTO: non so che dire. Allora non dico niente, suvvia.
CURIOSITA': l'attore protagonista assomiglia tantissimo
a Tony Renis (quand'era giovane a sua volta). Un'ultima considerazione:
la più brutta delle ragazze ceche è come minimo carina.
Ho visto Treni strettamente sorvegliati in
ceco con i sottotitoli in inglese.
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