COSA MI E' PIACIUTO:
l'idea è notevole, va oltre l'applicazione concreta, e non è
poi così lontana dalla realtà, televisiva e non, dei nostri
giorni. Su tutte le televisioni del mondo sono di gran moda quelle trasmissioni
in cui degli attori, non dichiarati come tali, recitano dei copioni
maldestri, al limite della tossicità, e c'è un sacco di
gente che le guarda (altrimenti non continuerebbero a mandarle in onda).
La prima ora di film turba ed emoziona. I momenti in cui Truman comincia
a sospettare qualcosa sono decisamente spiazzanti, anche per noi che
"sappiamo": c'è quasi da guardarsi in giro per vedere
se per caso non siamo spiati a nostra volta da una batteria di telecamere.
Bellissime le scenografie. Formidabile Jim Carrey, peraltro ben circondato.
COSA NON MI HA CONVINTO: dal momento in cui Truman ha la certezza della
propria condizione, bisognerebbe cambiare registro, e la cosa non riesce
bene. Il personaggio del regista è una figurina di cartone, tutta
la trasmissione con l'intervista a lui e la telefonata della ragazza
innamorata di Truman è di fattura inspiegabilmente ingenua e
approssimativa. Weir maneggia la musica classica con troppa leggerezza,
per non dire furbizia.
Ho visto The Truman Show in inglese con
i sottotitoli in francese (traduzione un po' disinvolta).
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