DI COSA SI TRATTA: un giovane agente immobiliare, cinico e violento, riscopre l'amore per la musica.
COSA MI E' PIACIUTO:
un moderno Dottor Jackyll e Mr Hyde in cui le due personalità rappresentano il contrasto fra l'istinto dell'appropriazione insito in qualsiasi attività commerciale e il desiderio di condividere proprio dell'arte. Questo duplice istinto è presente, in proporzioni variabili, in ciascuno di noi. Ma in Thomas, il protagonista di questo film, la distanza fra i due mondi è così grande che la sua anima ne esce lacerata in due pezzi. Il finale sembra suggerire che fra il denaro e l'amore è il secondo ad essere il motore più potente, secondo un'elementare legge di natura. E del resto il contatto con due persone che non parlano la sua lingua, lo spietato affarista russo e la giovane pianista cinese, da una parte sprigiona lutti, dall'altra amore e bellezza. Jacques Audiard ha un suo stile, e ha il dono di saper tirar fuori dagli attori tutto quello che hanno. Duris, che realmente in gioventù è stato un musicista, mette in scena due personaggi in uno, e sa inquinare ciascuno dei due caratteri con i riverberi dell'altro. Quando suona il piano si vede che ha studiato la mimica di Glenn Gould, ma quando gli inquadrano le mani si capisce che il piano lo sa suonare, anche se i suoni che noi sentiamo provengono dalle mani della sorella Caroline, pianista professionista.
COSA NON MI HA CONVINTO: la frenesia delle prime sequenze è un po' spiazzante, e solo dopo se ne capisce il senso. Una delle immagini più fortemente simboliche del film, raffigurata nel fotogramma a sinistra qui sopra, è materialmente irrealistica: normalmente le luci sul limite anteriore del palcoscenico, che sono puntate verso l'artista, impediscono a questi di vedere la platea. Una volta mi fu chiesto perché alla fine di un concerto ringraziavo anche le seggiole vuote in una zona marginale della platea. Beh, ecco perché.
Ho visto Tutti i battiti del mio cuore in francese
con i sottotitoli obbligatori in italiano.
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