DI COSA SI TRATTA: Giappone, XVI secolo; due uomini ambiziosi abbandonano il loro villaggio e le famiglie, nonostante le gravi insidie della guerra civile, per inseguire la ricchezza e la fama.
COSA MI E' PIACIUTO:
Mizoguchi tende fili invisibili che collegano una scenario ad un altro, un destino ad un altro, permettendo di cogliere quanto possa essere diversa la stessa persona in realtà differenti, e come ciascuno possa dimenticare l'altra realtà fino a quando quella nuova non presenta il suo conto. I due protagonisti rinunciano alle gioie semplici e genuine della vita coniugale alla ricerca di qualcosa di grande, che soddisfi la loro ambizione personale. Ma le cose grandi non sempre sono anche buone, e la nostra felicità spesso non può prescindere da chi ci ama sinceramente per come siamo. La fusione tra realtà e immaginazione è perfetta, i fantasmi non sono meno veri delle persone reali, soprattutto nello struggente finale, dove noi sappiamo benissimo a cosa stiamo assistendo, a differenza del vasaio. Musica straordinariamente suggestiva e funzionale. Fonte di grandi emozioni, è probabilmente il capolavoro di Mizoguchi.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto I racconti della luna pallida d'agosto in giapponese
con i sottotitoli in spagnolo.
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