DI COSA SI TRATTA: Iran, ai giorni nostri: una coppia chiede la separazione perché la donna vuole emigrare all'estero, mentre l'uomo non vuole abbandonare l'anziano padre malato di Alzheimer. Hanno una figlia di 11 anni che inizialmente ha deciso di restare col padre.
COSA MI E' PIACIUTO: mi riesce perfino difficile definirlo un film. E' talmente vero e coinvolgente da annullare il tempo e le distanze. L'immedesimazione è totale non solo per chi, come il sottoscritto, ha vissuto molto da vicino i problemi legati all'assistenza dei propri vecchi, ma soprattutto per l'abilità di Farhadi nel far capire il dramma di ciascun personaggio, e di far sentire la pena che le loro scelte implicano, e la sensazione che comunque si decida ci sarà un prezzo da pagare. Attori formidabili, ma la precisione della messa in scena ha un peso fondamentale. Farhadi opera un montaggio che ci sottrae, qua e là, senza che ce ne accorgiamo, alcuni piccoli dettagli. Non possiamo mai sapere se quello che ci viene nascosto è importante o meno, se il pezzo mancante comparirà più tardi a chiarificare ciò che è accaduto oppure semplicemente non c'è perché non serviva. Nonostante l'acuto realismo, non ha niente di documentaristico, ma è un autentico dramma, che mette duramente alla prova l'emotività dello spettatore. Alla fine i due separandi, posti ai margini opposti dell'inquadratura, sono divisi dalla colonna dei titoli di coda che scorre in verticale. Una separazione ha vinto un impressionante numero di premi in tutto il mondo, fra cui l'Oscar per il miglior film in lingua straniera e l'Orso d'Oro a Berlino come miglior film.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto Una separazione in persiano con sottotitoli in italiano. Non guardate il film con il doppiaggio italiano, a meno che non abbiate deciso di punirvi volontariamente.
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