COSA MI E' PIACIUTO:
il caleidoscopio di immagini, luci, colori, suoni, impressioni. Jon
Voight, miracolosamente a suo agio in un ruolo impossibile. La canzone
"Everybody's Talkin'", ma anche un altro brano, cantato da
una donna, che accompagna una sequenza stupenda di per sé, quella
della festa. La severa censura di una società che obbedisce al
dio dollaro come unica divinità e considera la solidarietà
umana al pari di un intralcio. Viene ricordato a tutti noi che avere
la casa riscaldata non è cosa automatica nemmeno in una città
come New York, e d'inverno, senza riscaldamento, difficilmente si scoppia
di salute. E' un film patetico senza patetismo (intendendo per patetismo
la degenerazione caricaturale del pathos).
COSA NON MI HA CONVINTO: Dustin Hoffman, che ha già di suo una
voce un po' nasale, ma qui la nasalizza ancora di più, e in generale
esagera, recita troppo: sembra lì a far risaltare, per contrasto,
la naturalezza di Voight. Inoltre i suoi tentativi di parlare italiano
(il personaggio si chiama Rizzo) sono ridicoli.
Ho visto Un uomo da marciapiede in inglese
con i sottotitoli in italiano (indispensabili, per quanto mi riguarda,
con Voight e Hoffman).
Questo film su Amazon.it