COSA MI E' PIACIUTO:
il mio interesse verso questo film è nato molti anni fa, leggendone
il titolo che mi parve bellissimo. E di meraviglie è davvero
prodigo, se per meraviglia intendiamo qualcosa che non comprendiamo
ma che ci affascina e ci trascina in un vorticoso viaggio nell'irrealtà.
Le bellissime immagini sono illuminate dalla musica tenera e ingenua
di Lubos Fiser. Finale splendido. Non azzardo il tentativo di decifrare
l'impervio reticolo di simboli che popolano i sogni di Valerie, tredicenne
che si fa donna, né credo che Jires volesse offrire la possibilità
di una spiegazione a tutto quello che mostra. Il suo rigoglioso surrealismo,
e la raffigurazione caricaturale del clero e dei riti religiosi, lo
avvicinano a Buñuel. Di Jaromil Jires ho molto apprezzato anche
un suo film più recente, Eclissi parziale, che era presente
fino a qualche tempo fa in vhs nel catalogo della San Paolo.
COSA NON MI HA CONVINTO: i richiami al genere vampiresco sono un po'
troppo insistiti. Il vero titolo italiano sarebbe Fantasie di una
tredicenne. Che tipo di film ci si aspetterebbe da un titolo del
genere? Valerie e la settimana delle meraviglie (o letteralmente
e una settimana di meraviglie) è la traduzione dell'originale.
Ho visto Valerie e la settimana delle meraviglie
in ceco con i sottotitoli in inglese, ovvero nell'unica modalità
concessa.