DI COSA SI TRATTA: un giovane arriva in un villaggio infestato dai vampiri. In punto di morte il padrone del castello che lo ospita gli lascia un libro che spiega l'origine della maledizione e come liberarsene.
COSA MI E' PIACIUTO:
Vampyr non è la trasfigurazione fantastica di una vicenda reale, ma la rappresentazione realistica di una storia fantastica. L'unico effetto che si possa veramente definire tale è la doppia esposizione nella sequenza in cui il giovane lascia il castello per recarsi al cimitero. Per il resto sono ombre, e le ombre sono reali, oggetti concreti che sembrano altri oggetti, persone in carne e ossa. Qualche tempo fa fu chiesto a Pupi Avati quale fosse in assoluto il suo film preferito, e lui rispose che probabilmente era Vampyr, per la pienezza dell'espressione cinematografica in senso fisico. E infatti vi si possono leggere in trasparenza le anime dei personaggi proprio grazie alla loro fisicità e alla concretezza del contesto in cui agiscono. Ci sono almeno due sequenze da antologia: le ombre danzanti sulle note di un valzer un po' macabro nella sua forzata allegria, il trasporto del viandante nella bara aperta: si veda il fotogramma qui sopra nella colonna di sinistra. L'ultimo fotogramma a destra invece, visto così è quasi un'apparizione angelica, e invece inserito nella sequenza mette paura. Ottima la colonna musicale di Wolfgang Zeller. L'impronta stilistica del cinema muto non è un effetto ricercato o peggio indesiderato: il film fu effettivamente girato come muto e sonorizzato in seguito. I cartelli sono sostituiti dalle pagine del libro di cui ho riferito nella breve introduzione, e i dialoghi sono assai scarni, quasi superflui.
COSA NON MI HA CONVINTO: -
Ho visto Vampyr in tedesco con i sottotitoli (facoltativi) in italiano.
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