COSA MI E' PIACIUTO:
la struttura ideologica, che esaminata oggi risulta perfino più
profonda e significativa di quanto non lo fosse all'epoca. Non c'è
solo la satira della pubblicità (Bozzetto lavorava all'epoca
soprattutto per i Caroselli), ma anche l'accusa del tentativo di standardizzazione
dei pensieri e delle abitudini, in favore di un mercato globale imposto
dall'alto. In America il film fu visto dai più semplicemente
come una parodia del genere "supereroi", cosa che, come quasi
schermendosi osserva Bozzetto nell'intervista, ovviamente non è.
L'ambientazione scenografica è singolarissima, e l'originalità
delle trovate - sui piani della logica, del disegno e dei suoni - riscatta
la forzata povertà dell'animazione, della quale non c'è
assolutamente motivo di lamentarsi. Strappano aperte risate, quantomeno
a me, le invenzioni "minime" tipiche di Bozzetto, che ritroviamo
anche nei suoi cortometraggi più recenti, alcuni dei quali si
possono trovare su internet. Penso ad esempio alla lotta sottomarina
per la sopravvivenza, in cui secondo la stessa logica gerarchica dei
punti del poker, il pesce piccolo è mangiato da uno più
grande, che è mangiato da uno ancora più grande, che è
mangiato da uno gigantesco, che è inghiottito in un sol boccone
dal più piccolo di tutti. Belle fresche le musiche, stilisticamente
assai legate all'epoca.
COSA NON MI HA CONVINTO: c'è un numero musicale palesemente superfluo.
Come poi spiega Bozzetto nell'intervista, fu imposto dagli americani,
che co-produssero il film, secondo i quali senza almeno una canzoncina
mielosa un film d'animazione non funziona.
Ho visto Vip mio fratello superuomo in
italiano senza sottotitoli.
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