COSA MI E' PIACIUTO:
non c'è un solo momento debole. I dialoghi sono stupendi, e non
ho mai avuto la sensazione della ricerca della battuta divertente a
tutti i costi. Tutto è divertente, perché non ci sono
forzature. La credibilità della finzione, che da tema del racconto
si trasforma in un pregio del film: la storia è completamente
impossibile, eppure funziona a meraviglia. I tre piani, ovvero la realtà,
la finzione, e la finzione che ci presenta la finzione, si intersecano
in maniera perfetta. La bellezza e il talento di Carole Lombard/Maria
Tura si ammirano inevitabilmente a tutti e tre i livelli. Il film, che
ha più di 60 anni, non ha perso nulla della sua freschezza. Apprezzabile
l'autoironia di Lubitsch, che in gioventù era stato attore di
teatro, nell'ossessiva ricerca del consenso e della verifica della propria
popolarità da parte di Joseph Tura.
COSA NON MI HA CONVINTO: forse i nazisti di questo film sono veramente
un po' troppo tonti per avere una parvenza di verità. In uno
scenario tragico, la storia resta in bilico sul filo sottile della commedia
brillante (tanto più sottile quanto più è raffinata
e virtuosistica la scrittura), senza mai precipitare nel dramma. Infatti
l'unico personaggio che muore è talmente stereotipato nella sua
negatività che giustamente viene ucciso sul palcoscenico. Chissà
a chi è venuto in mente di tradurre in quel modo il titolo in
italiano: sicuramente l'autore di questa prodezza il film non l'ha proprio
visto.
CURIOSITA': è una nota triste: Carole Lombard
morirà alla vigilia della prima del film, in un incidente aereo.
Per ironia del destino, nell'ultima sequenza del film in cui appare
è appena scesa sana e salva da un aereo.
Ho visto Vogliamo vivere! ascoltando
la traccia audio originale, con i sottotitoli in francese.
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