DI COSA SI TRATTA: da un romanzo a fumetti di Alan Moore e David Lloyd. Un vendicatore mascherato tiene in ostaggio un'intera nazione, l'Inghilterra prossima ventura, governata da un despota.
COSA MI E' PIACIUTO: dopo un inizio allarmante per la sua verbosità ampollosa combinata con il ritmo folle dell'azione, il racconto si stabilizza, dichiara i suoi obbiettivi ideologici, e avvince. Gli effetti speciali sono molto funzionali, le scene spettacolari. I riferimenti, oltre al fumetto citato, sono Orwell e Huxley in campo letterario, e Matrix in quello cinematografico (i produttori sono i fratelli Wachovski), con una spruzzata di grand-guignol alla Tarantino, ma c'è anche una polemica molto diretta sull'uso dei media per manipolare completamente la realtà, che adombra più di un sospetto sui fatti dell'11 settembre. Il motto riassuntivo da associare all'impressionante finale potremmo prenderlo in prestito da Giorgio Gaber: libertà è partecipazione. Apprezzabile sotto ogni aspetto l'israeliana Natalie Portman, nel suo ruolo a tutt'oggi più importante.
COSA NON MI HA CONVINTO: ho già espresso sopra le mie riserve. Non credo che fosse necessario accentuare i toni fantastici per giustificare l'origine fumettistica; si possono creare capolavori anche partendo dalle istruzioni per la lavatrice.
Ho visto V per Vendetta in inglese con sottotitoli in italiano.
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