Ciao Claudio,

ormai avrai capito che leggo sempre quello che scrivi;

mi permetto di non essere d'accordo sulla recensione

del film di Bertolucci.

Credo si sia perso di vista il fatto che l'atmosfera onirica,

da romanzo corale è voluta. Cioè Bertolucci non

vuole fare un film didascalico o raccontare in modo

realistico le lotte contadine dell'Italia di inizio secolo,

quanto rendere in poesia, trasfigurare

quello che quelle lotte e quella cultura hanno generato,

trasmettere l'epica di quel movimento

grazie al quale in fondo oggi non siamo più

sudditi ma possiamo rivolgerci senza abbassare lo sguardo

ai nostri padroni.

In sostanza metter su pellicola l'idea di essere nati senza diritti

e di morire avendoli conquistati.

Se si esce da questa prospettiva e inoltre si decontestualizza

il film dal periodo sociale nel quale è stato concepito,

dove il forte progresso e l'idea di cambiamento, come sai,

permeava le coscienze, coscienze verso le quali

il film anche si rivolgeva e gratificava e in fondo

ringraziava, allora si ha un immagine superficiale del film, non si 'vede'.

Novecento è un film sostanzialmente di un'altra epoca, anzi

partorito quando questa epoca era già alla fine, o finita.

Poi sono rimasti solo i Fantozzi e le Vacanze di Natale.

Preferisco Novecento.

Mi scuso per queste critiche,

e spero siano accolte comprendendo la stima

nei tuoi confronti che le ha generate.

Ciao

Adriano Candali