COSA MI E' PIACIUTO:
se si amano la musica e Woody Allen, questo film non può che
piacere moltissimo. Si sa che Allen suona il clarinetto, ma con tutta
l'indulgenza che merita non può essere considerato un grande
musicista, e tuttavia quello che vorrebbe esprimere attraverso la musica
che ama ce lo ha trasmesso con uno dei suoi film più originali,
prodotto in un periodo nel quale qualcuno lo aveva definito in declino
artistico irreversibile Il modo di presentare la storia assomiglia a
quello già visto in Broadway
Danny Rose, altro film che adoro. Anche qui ci sono delle persone
(là sedute ad un tavolo, qui in forma di intervista televisiva,
fra le quali lo stesso Woody Allen) che parlano di un personaggio del
passato dalla personalità insolita. Danny Rose faceva il manager
di artisti quali strozzapalloni e suonatori di bicchieri, questo è
il secondo miglior chitarrista del mondo, artista dal genio inesplicabile
che porta le ragazze a veder passare i treni e a sparare ai topi nelle
discariche. Il motivo per cui i film di W. Allen sono solitamente brevi
è ancora più evidente qui che altrove: riesce a dire un
sacco di cose interessanti con un dialogo di due battute, poi passa
a un'altra scena altrettanto gravida di suggestioni, e la transizione
non si coglie mai, le cuciture sono invisibili. Sean Penn è ammirevole.
Deliziosa Samantha Morton, piccola lavandaia muta e perennemente affamata
che nella sua apparente lentezza di comprendonio è l'unica donna
fra tutte quelle portate a sparare ai topi nelle discariche a commuoversi
sinceramente ascoltando Emmet Ray che suona. Irresistibilmente spassosa
l'entrata in scena piuttosto rocambolesca a cavallo di una mezza luna
dorata. Piacevoli le musiche, e bravo il chitarrista (Howard Alden).
COSA NON MI HA CONVINTO: ma allora, è proprio tutto oro quel
che riluce? In questo caso sì.
Ho visto Accordi e disaccordi in inglese con i sottotitoli
in italiano.
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